Butterflies-Flying-above-Clouds

Izet Sarajlić, storico, filosofo e poeta bosniaco, ha detto una cosa sacrosanta, che la tenerezza umana, forse la si può trovare solo nei libri. Sarà che per me leggere e immergermi in un libro è sempre stato un modo per viaggiare oltre e vivere cento, mille vite, che sempre più spesso,  mi ritrovo in alcune storie, che parlano, in vario modo, in varie forme di sentimenti e modi di vivere. E nella forza e nella potenza di certi libri riesco a trovare la stessa forza e potenza che serve a me, forse perché attraverso le parole di altri, riesco a trovare il giusto modo per dire quello che vorrei.

A volte succede che certe storie arrivino a me, quando ne ho più bisogno. Magari sono in biblioteca e scelgo un libro a caso, ed è proprio quella storia che volevo leggere, anche se non avevo prima letto nessuna recensione  o introduzione. Oppure altre volte, prendo un libro dalla libreria di casa, uno di quelli che avevo comprato per la collana x, oppure che era lì da una vita, ma che non avevo ancora letto, ed ecco che anche lì trovo le risposte o semplicemente la narrazione di una vita, vera o immaginata poco importa. Ma in quella storia ci trovo la descrizione di quello che sento o che vorrei sentite, e allora, quel libro diventa una medicina potente, forte. E siccome mi ha fatto così bene, entra a far parte di un circolo, il circolo dei libri che mi hanno salvata e aiutata. Quelle storie diventano preziose, magiche.

E dato che di magia, potenza, tenerezza ed empatia c’è un gran bisogno, mi sembra giusto condividere alcuni di questi testi, ringraziando di cuore i loro autori e autrici. Non dirò a cosa sono serviti, o in quale momento della mia vita li ho letti, li riporto soltanto, con alcune frasi.

Ecco qui:

  • Mary Lawson, Il sentiero per Crow Lake, Frassinelli:

Disse che è sempre difficile accettare che a volte, nonostante tutti i nostri sforzi, le cose non vanno come vorremmo. Non era una vergogna ammetterlo. Anzi, ammetterlo era essenziale. Era importante capire  se una faccenda non funzionava,   perché altrimenti ci si costringeva a uno sforzo impossibile. E a quel punto, naturalmente, tutto prendeva una brutta piega“.

  • Pino Cacucci, ¡Viva la vida!, Feltrinelli:

La stanchezza ha sgretolato, ha disintegrato la volontà di resistere.  La stanchezza. Mi sono arresa alla stanchezza. Disperazione. una disperazione così intensa, che nessuna parola può descrivere. Eppure… Avevo voglia di vivere. Stanca e disperata, ho persino ripreso a dipingere…¡Viva la vida! E la vita scorreva, apriva sentieri, e non è mai vano percorrerli…”.

  • C. S Lewis, Diario di un dolore, Adelphi:

“Perché non contenevano pietose illusioni?  Perché l’essere tanto orribili le rendeva molto più probabilmente vere? Ma è possibile sognare di veder realizzate le proprie paure, oltre che i propri desideri?    E poi, erano davvero così ripugnanti? No. In un certo senso mi piacevano. Riconosco persino che c’era una lieve riluttanza ad accettare i pensieri di segno opposto“.

  • Silvia Gianatti, Se tu vai via porti il mio cuore con te, leggereditore:

“Sono tutti attorno a me. Sono tutti addosso a me. Dicono mi dispiace. Mi dispiace così tanto. Come può essere successo? Hai sbagliato qualcosa? Aveva qualcosa che non andava? State zitti. State tutti zitti. Non lo so cosa ho sbagliato. Non lo so cosa è successo.  Non lo so se c’era qualcosa che non andava. Vi dispiace. Mi dispiace. Non è abbastanza.”

  • Banana Yoshimoto, Il dolce domani, Corriere della Sera:

“Non ha importanza che ci siano o no i fantasmi, che li si veda o no, che siano vivi o morti. È tutta un’illusione. Quel che c’è è li di sicuro. Sono gli esseri umani a vedere solo ciò che vogliono vedere. Basta sbilanciarsi un attimo per vedere tutto il resto. Riceviamo la luce del sole così come la ricevono il muschio imbevuto d’acqua e i microrganismi che lo abitano. È perché vogliamo che il mondo risponda alle nostre aspettative che non ci rendiamo conto di essere tutti uguali, concittadini capaci del medesimo amore”. 

  • Alka Joshi, L’arte dell’henné a Jaipur, Neri Pozza Editore:

“Mi sarei lasciata alle spalle le inutili parole di scusa per la mia ribellione. Mi sarei lasciata alle spalle l’anelito a riscrivere il passato. Le mie capacità, il desiderio di imparare, l’aspirazione a una vita che potessi considerare mia: ecco le cose che avrei portato con me.  Erano parte di me stessa come il sangue, le ossa, il respiro. Feci un secondo e  poi un terzo giro nella stanza, a passo sempre più rapido. […] Ballai. 

Il mio circolo di libri preziosi è assai più ampio e corposo. Ogni volta che credo di aver trovato o letto il libro che più è riuscito ad avvicinarsi al mio stato d’animo, ne trovo un altro, e poi ancora uno che mi racconta storie diverse e che trova parole nuove, che senza volere parlano anche di me. Forse è per questo che leggere è uno dei miei bisogni primari.

N.B.: nell’immagine in evidenza un dipinto di Migishi Kōtarō,  Butterflies Flying above Clouds