Achille il puntino è un albo pubblicato della casa editrice Kalandraka, rilegato in cartone in formato 22 per 28 e conta 40 pagine a tutto colore. La sua autrice è Guia Risari, mentre le illustrazioni sono di Marc Taeger. L’albo parla della crescita e della scoperta di sé, attraversi un paradosso di auto-creazione.

Nel 2018, per la realizzazione della mia tesi, ho avuto il piacere di intervistare l’autrice di questa storia, Guia Risari. Lascio alle sue parole alcune considerazioni e descrizioni su questo albo.

Perché questo puntino si chiama Achille? Come mai questo nome che richiama la mitologia?

Mi piaceva il fatto che Achille nella mia storia è un personaggio molto tranquillo, molto in attesa, molto disarmato e per contrasto dargli il nome di uno degli eroi greci forse a punto più guerrafondaio e irrascibile che ci fossero. Mi piaceva questo contrasto: quello che il nome Achille richiama e quello della mia storia, che va in contro alla sua crescita, ma con grande mitezza.

Se dovesse descrivere Achille il puntino a una persona che non ha mai letto o visto l’albo e dovesse dire cosa rappresenta?

Direi che è sicuramente una storia di formazione, che è la storia di come noi nasciamo e cresciamo, in relazione ai vari elementi del mondo che si presentano a noi. Di come i nostri sensi si sviluppano, di come più si sviluppano le nostre competenze e le nostre capacità, più andiamo incontro a maggiori scoperte. Quindi è proprio la storia di come la vita, il corpo, le emozioni e le idee si modificano, si arricchiscono nel corso dell’esperienza del mondo.

C’è un messaggio per i lettori?

C’è sicuramente un incoraggiamento a scoprire i propri sensi, ad andare incontro alla vita e alla natura, al mondo, con un atteggiamento aperto che poi è lo stesso che vediamo in Achille che si avvicina al fiore, che tasta, che annusa, che esplora la pietra, che le parla. Avere questo atteggiamento di apertura che facilita l’incontro e facilita lo sviluppo delle proprie facoltà. E mantenere anche un lato sognatore che è quello che vediamo in Achille quando rimira il cielo stellato, che è pieno di aspettative e di generosità nel pensare che queste stelle saranno dei puntini che faranno lo stresso suo percorso. Non è questo il protagonista di una storia in cui Achille è l’unico eroe. Lui è uno tra i tanti puntini, quindi questo è sicuramente un bel messaggio per un bambino: attenzione non hai un super eroe da imitare, ma sei un puntino come tanti, e ognuno con la storia delle cose che incontra. Anche la rappresentazione dei punti nella copertina, che all’inizio sono blu e azzurri e poi tutti colorati: è una rappresentazione di Marc che trovo molto calzante, perché il messaggio è proprio questo, solo un incitamento di rimanere aperti e curiosi ed accettare la diversità. Potremmo dire che Achille va incontro ai vari oggetti che incontra, ai vari esseri con un atteggiamento fenomenologico, lui non sa che cosa sono, ma li incontra e li descrive sul piano di assoluta parità e relazione. Non ha un io rigido che lo spinge a chiedersi “come potrò usarlo per esempio”.

Guia Risari, intervista 2018.

Ho proposto questo libro all’interno di un percorso di narrazione animata presso una scuola per infanzia, per parlare dei colori e di diversità attraverso il concetto di unicità, e penso che Achille abbia proprio questa capacità, ovvero dire quanto ogni persona possa essere unica e che ogni unicità è bella. I bambini quando si approcciano alla storia riescono a immedesimarsi spontaneamente. Questo strano essere suscita curiosità e interesse ed è subito amato. Il paradosso della storia genera ilarità, così come il suo nome, che essendo fuori dal comune appare al tempo stesso accattivante e divertente. Achille il puntino è un perfetto esempio di sodalizio tra parole e immagini ed è quindi un albo illustrato particolarmente indicato per un percorso narrativo presso la scuola d’infanzia. L’albo si presta perfettamente ad una lettura condivisa e partecipata da parte del lettore-educatore ad un pubblico di bambini piccoli. Grazie ai suoi codici narrativi, tra loro in perfetto equilibrio i bambini possono comprendere la storia con facilità.

N.B: nell’immagine in evidenza la foto di uno dei lavori realizzato durante un laboratorio.