Locandina del film Il Ragazzo e l'Airone di Hayao Miyazaki

Oggi, 5 gennaio 2024, è l’83esimo compleanno di un autore e costruttore di sogni che ha alimentato l’immaginario di tantissime persone nel mondo: Hayao Miyazaki.

Proprio qualche giorno fa è uscito nelle sale italiane l’ultimo film del regista-animatore giapponese: Il Ragazzo e l’Airone, il cui titolo originale, 君たちはどう生きるか Kimi-tachi wa dō ikiru ka era invece “E voi come vivrete?“.

Ho meditato a lungo se scrivere o meno un articolo sull’ultimo Anime di Miyazaki e prima di farlo mi sono documentata un po’ di più.  E ho rivisto anche il suo penultimo film, Si alza il Vento, che era uscito nel 2013.

Sono da sempre una grande fan della cultura giapponese e del mondo immaginifico che lo Studio Ghibli ha diffuso nel tempo, attraverso le storie raccontate in tanti splendidi Anime e ho avuto anche il piacere di visitarne il suo museo  di Mitaka, in Giappone. Ho atteso quindi l’ultimo film con grande entusiasmo e sono andata a vederlo il primo giorno d’uscita.

“Il Ragazzo e l’Airone” dal mio punto di vista

L’ultimo Anime di Miyazaki è sicuramente un capolavoro dell’animazione. Sta ricevendo tantissimi premi e anche al botteghino sta facendo dei risultati strepitosi, e di questo sono molto felice. Eppure “Il ragazzo e l’Airone” è un film complesso, che mette insieme così tanti messaggi e piani narrativi da lasciare quasi smarriti.  Forse perché il suo creatore aveva ancora tanto da dire, ma la sensazione che si ha inizialmente è che ci manchi un pezzo, e si esce dal cinema con un senso di incompreso.

La storia di base è bellissima, parla di un lutto, della scelta di amare e di trovare una nuova filiazione. Il protagonista, Mahito Maki, perde la madre in un incendio e tutta la prima parte dell’anime è incentrata sul senso di smarrimento di questo bambino, che entra nella sua adolescenza, dovendo fare i conti con una perdita immensa e, allo stesso tempo,  accettare di convivere con una nuova famiglia.  Il padre, infatti,  si risposa e la nuova madre, che poi è sua zia, non viene, accolta molto bene. Inoltre per motivi legati alla guerra, si trasferiscono nella casa di campagna della famiglia materna.

Questa lunga premessa si svolge con molta calma, per la prima parte del film, lasciandoci  in attesa che succeda qualcosa. Sarà poi l’Airone  a trasportarci nella seconda parte dell’anime e a farci entrare in un mondo immaginario, stratificato e complesso, a tratti grottesco.

La seconda parte dell’anime ci porta in un viaggio in un altro mondo, una catabasi, fortemente ispirata alla Divina Commedia, che i ci porta a viaggiare in uno scenario  fantastico di mixitè culturale. Mahito attraversa tunnel, condotti sotterranei, approda in un isola meravigliosa, che sembra proprio l’isola dei morti di Arnold Bocklin. Poi viene condotto in una buffa casa dentro una nave e incontra strani essere fluttuanti, anime che devo ancora nascere. Entra in giardino e poi ancora in tunnel, poi approda all’aperto, sul mare  sotto una grossa pietra fluttuante. Intorno a lui gli animali   antropomorfi sono al limite del grottesco, quasi cruenti, ma mai realmente cattivi.

In questo  viaggio, straordinariamente ricco, da un punto di vista immaginifico e non solo, Hayao Miyazaki lancia una serie di messaggi. Su cui sono state fatte varie interpretazioni, come se il regista parli al pubblico, raccontando qualcosa di sé, sia da un punto di vista artistico-professionale che personale.

Quello che a me ha più colpito, però,  è la scelta che fanno alcuni personaggi.  Mahito sceglie di amare la nuova madre e di lasciare un mondo fantastico per salvarla e tornare alla realtà. Lei anche fa la stessa scelta, sceglie di amare Mahito come figlio, anche se sta per dare alla luce un altro bambino. E la madre di Mahito, che nella seconda parte dell’anime è anch’essa una adolescente,  di nome Himi, con poteri magici legati al fuoco, sceglie di tornare alla realtà, sapendo che morirà, ma felice perché sa nel suo futuro diventerà la mamma di Mahito.

Tutte le altre interpretazioni le lascio ai critici più acuti e alla scoperta di chi ancora deve vedere il film, che ovviamente consiglio vivamente.

Buon Compleanno Hayao Miyazaki

Il ragazzo e l’Airone  è un anime che ci fa sognare, ci da tanti messaggi profondi e ci lascia anche qualcosa su cui interrogarsi, ma sempre con quel senso di meraviglia e magia, che il grande genio dell’animazione  giapponese sa donare.

Grazie mille Hayao Miyazaki per le storie che ci hai donato in questi 83 anni! E nell’augurare un buon compleanno, spero che tu riesca a donarcene ancora altre.

ありがとう